Un’Assemblea dei soci come quella dello scorso venerdì, importante e strategica per il futuro dei territori del Baldo e della Lessinia, non poteva che concludersi con un momento di valorizzazione dedicato ai giovani e a un prodotto gastronomico tipico di queste zone.
Il GAL, per l’occasione, ha pensato di invitare a Soave, a margine dell’incontro assembleare, i ragazzi della Pro Loco di Sant’Anna D’Alfaedo, che da qualche tempo, oltre che organizzare il Palio degli Gnocchi nel loro paese, mettono a disposizione un vero e proprio servizio a domicilio per offrire agli ospiti dei gustosissimi piatti di Gnocchi della Lessinia cucinati al momento.
Si chiamano ufficialmente così, Gnocchi della Lessinia, dal 2022, quando proprio la Pro Loco di Sant’Anna, presieduta da Marcella Marconi, ha concluso l’iter per “l’omogeneizzazione del nome” (gli gnocchi sono conosciuti anche come gnocchi sbatui o gnocchi di malga) e per il riconoscimento del piatto sia a livello nazionale che regionale.
Con Decreto ministeriale del 25 febbraio 2022 (G.U. serie generale n. 67 del 21 marzo 2022, supplemento ordinario n. 12) è stato pubblicato l’aggiornamento dell’Elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali intesi come «prodotti destinati all’alimentazione umana, le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura sono praticate in maniera omogenea e secondo regole tradizionali e protratte nel tempo (periodo non inferiore a 25 anni)».
In questo speciale registro la Regione del Veneto annovera 387 prodotti tradizionali, rappresentativi di tutte le provincie venete, e per l’anno 2022 sono entrati a farne parte, appunto, gli Gnocchi della Lessinia e il Pero Misso, quest’ultimo riconosciuto anche come Presidio Slow Food.
I ragazzi della Pro Loco, con tanto di farina, burro di montagna, pentole, piatti, forchette, vino e tutto quel che serve, in poco tempo hanno servito a tutti i soci del GAL un piatto di Gnocchi della Lessinia che è stato apprezzato e bissato da più di un socio.
L’origine di questo prodotto
In origine gli Gnocchi della Lessinia erano prodotti proprio nelle malghe dell’altipiano, nel “logo del fogo”, cioè nel locale della baita dove si trovava il camino con il fuoco acceso per la cottura. La storia di questo piatto è legata alla presenza fissa dei malghesi in malga nel periodo dell’alpeggio, che andava da maggio a fine settembre. La Lessinia è da secoli oggetto della pratica della transumanza e dell’alpeggio, prima ovino, poi anche bovino (descritto quest’ultimo fin dal ‘500). Questi uomini, che accompagnavano le vacche negli alti pascoli della Lessinia, portavano con sé da casa quanto poteva servire per i quattro o cinque mesi che rimanevano in alpeggio, comprese farina di polenta e farina di grano tenero. Con la seconda erano soliti fare un piatto di veloce produzione, ma molto sostanzioso condito con i prodotti della lavorazione del latte munto dalle proprie vacche in montagna: gnocchi di farina e acqua conditi con burro e formaggio (raramente con ricotta affumicata; la ricotta veniva prodotta e l’affumicatura era l’unico sistema di conservazione, ma per la maggior parte veniva venduta ai “puinari”).
La ricetta
Gli Gnocchi della Lessinia sono fatti di pochissimi ingredienti: 500 gr di farina di grano tenero, 500 gr di acqua riscaldata a 75°C, sale quanto basta. A cottura ultimata vengono conditi con 150 gr di burro e una miscela di formaggio grana o monte veronese vecchio grattugiati in misura 80 gr e 50 gr rispettivamente (dosi per 4 persone).