Quando si muovono, e presenziano a uno dei tanti eventi, manifestazioni o sagre, non da ultima Le Piazze dei Sapori, nel cuore di Verona, non passano certo inosservati. Innanzitutto per il loro abito tradizionale, declinato sia la maschile, sia al femminile, e poi perché con loro ci sono i trombini.
Stiamo parlando dei Pistonieri dell’Abbazia di Badia Calavena, presenti lo scorso 4 maggio in occasione dell’inaugurazione della manifestazione enogastronomica organizzata per la 21esima volta da Confesercenti Verona.
Il loro strumento simbolo è proprio il trombino della Lessinia Cimbra, detto anche pistone o più semplicemente “s-ciopo da sagra”. Come si legge sul sito dell’associazione, «il trombino è un’arma ad avancarica con innesco a “luminello” più efficace dell’antico sistema a pietra focaia». Dal punto di vista legale è un’arma da sparo a tutti gli effetti anche se per dimensioni, conformazione e tecnica può essere caricata solamente a salve dovendo per forza essere puntata esclusivamente a terra.
A Le Piazze dei Sapori, i Pistonieri non hanno fatto partire dei colpi, ma hanno comunque testimoniato una tradizione pluricentenaria raccolta a partire dal 1992 da questo nuovo gruppo tuttora esistente.
Oltre a presenziare a feste in tutta la provincia, l’associazione, che conta un centinaio di iscritti simpatizzanti e venticinque sparatori, organizza annualmente, la prima domenica di giugno, una festa sociale che si svolge nel comune di Badia Calavena dopo un convegno storico scientifico sull’etnografia delle armi in Lessinia.
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Sempre dal loro sito: «La nostra è un’associazione che,per Statuto, è impegnata ad operare per la prosecuzione di un’antichissima consuetudine che rispecchia la baldanza, la giovialità e l’incontenibile gioia della popolazione Cimbra pronta ad accogliere festosamente gli ospiti, gli amici, le autorità. Il gruppo “Pistonieri dell’Abbazia” si costituì, con atto notorio, l’ 8 maggio 1992 rispolverando così un’antica tradizione unica al mondo. In tal modo il Trombino uscì prepotentemente dall’oblio in cui rimase avvolto per alcuni decenni a causa dei radicali mutamenti socio economici ed ambientali verificatisi nel dopoguerra. Esso fu utilizzato, in modelli in continua evoluzione e per circa quattro secoli, dalla popolazione Cimbra. Inizialmente fu un’arma atta alla difesa del territorio, successivamente, quando mancò questa necessità, fu trasformata in oggetto folkloristico impiegato per porgere il benvenuto a un autorevole, gradito ospite e nelle feste».